giovedì 26 dicembre 2013

La solitudine della coscienza

Eccoci qui, siamo soli, senza la presenza di noi stessi abbiamo bisogno di altri per ottenere presenza e degli specchi in cui sentire di esistere. Improvvisamente subentra qualcuno nella nostra vita, in breve tempo diventiamo un “noi”. In breve tempo “noi” smettiamo di essere in compagnia e siamo entrambi “soli”, siamo soli, soli in attesa che arrivi qualcuno per tenerci compagnia. Ecco che, subentra qualcuno nella nostra vita, una terza persona che ci tiene questa compagnia. Tuttavia dopo del tempo abbiamo conosciuto anche lui e ci ritroviamo da soli tutti e tre. Ecco che poi però subentrano altre tre persone e ci tengono compagnia. Ma accade che una volta conosciuti poi diventiamo un gruppo che resta da solo, in cerca quindi di altra compagnia. Smettiamo di conoscerci, di avere attenzione e conoscenza, conoscenza verso l'altro perché presumiamo di conoscere gli altri, chi ci sta vicino, ci facciamo un'idea e non volgiamo più vera attenzione verso le persone, smettendo di conoscere. Ci ritroviamo in un mondo di miliardi di persone, miliardi di specie animali, miliardi di attimi pieni di vita e di questo mondo, ma ci sentiamo soli, perché abbiamo perso coscienza di ogni cosa, abbiamo un'idea su tutto, vivendo nella superficie. Viviamo quindi nelle speranze di “oltre mondi”, nella speranza di alieni, nella speranza di immortalità sperando che prima o poi la nostra coscienza sensoriale si risvegli per poter vivere almeno un'istante fuori dall'illusione.

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