martedì 5 novembre 2013

CONTATTI CON ALIENI – L’ESPERIENZA DI ABDUCTION DI JOHN VELEZ

Seppur risalente ad otto anni fa, questa intervista rilasciata a NOVA online da John Velez mantiene intatta tutta la sua importanza. Velez, uno dei più famosi e rispettati addotti americani, ha ricostruito sotto ipnosi le sue esperienze di contatto.
Vorremmo subito chiederti a cosa somigliano questi alieni, come sono fatti…

Ne ho visti di tre tipi differenti. I piccoli Grigi sono alti da 90 cm a un metro e dieci. La loro testa è a forma di pera rovesciata, con un mento appuntito e grandi occhi neri che girano sul lato della testa. Il corpo è sottile, magro, le braccia sembrano quasi di gomma. Non sono come le articolazioni di un bambino o qualcos’altro che abbiamo qui. Sono davvero magri e sottili. Un’altra tipologia di alieni è più piccola, sono alti forse 60 cm, ed indossano questi indumenti grezzi, sembrano fatti di iuta… ed hanno la pelle blu, o a volte porpora, comunque è molto scura (di solito vengono definiti Java, N.d.R.). Poi c’è una versione più alta dei Grigi descritti prima, con grandi occhi, che normalmente sono adibiti alle procedure mediche. Oppure, se c’é qualche comunicazione da fare, se ne incaricano loro.



Qual è la cosa che colpisce di più del loro aspetto?

Gli occhi. Oh, gli… (ride). Cosa ti colpisce? Gli occhi. Essi parlano con i loro occhi. Quando tu guardi nei loro occhi, ti ci potresti perdere. Sono molto profondi, e ti parlano. I loro occhi parlano. Comunicano con te tramite lo sguardo. Si avvicinano molto quando parlano. Vengono a pochi centimetri dal tuo viso, il loro volto è là. E i loro occhi sono tutto quello che vedi, ne avverti lo sguardo.
Descrivici, così come ti ricordi, alcuni dettagli del veicolo spaziale, sia da fuori che internamente.

Bene, ebbi un avvistamento ravvicinato da sveglio (si trattava di un IR3, N.d.R.) nel 1978, quando vidi una luce. Era un’enorme luce senza forma, anche se la sagoma rammentava un po’ un pallone da football. Non era visibile un velivolo all’interno di questa luce, che si muoveva molto lentamente sopra il tetto di un edificio, ed era forse a… il velivolo doveva trovarsi circa a 20, 25 metri da me. Si muoveva molto lentamente e svanì dietro il tetto. Tempo dopo, durante una regressione ipnotica, ricordai di aver visto un vero e proprio velivolo. Si trattava del classico disco metallico a forma di piatto rovesciato, con una cupola sopra. C’era una luce rossa molto forte che gli ruotava in cima, e una verde in basso. Una volta vidi anche un velivolo triangolare, grosso e di color nero. Un’altra volta invece vidi una grossa sfera arancione di luce. Ma non so cosa ci fosse dentro la luce. Questi sono gli oggetti che ho ricordato tramite la regressione ipnotica.
Potresti dirci come inizia la tipica esperienza di abduction? I primi momenti, quando ti accorgi che sta accadendo qualcosa. Come ti senti fisicamente?

Normalmente inizia con delle luci, oppure un suono basso e vibrante. La stanza viene inondata di luce. A volte alla luce si associano suoni bassi, oltre una sorta di sensazione di “elettricità” nell’aria. Quindi inizio a sentirmi molto, molto pesante – come se pesassi dieci tonnellate – oppure congelato, immobilizzato. A quel punto, di norma questi piccoli esseri, i Grigi che ho descritto prima, entrano nella stanza e mi portano a bordo del velivolo. Non sempre, ma spesso avviene una sorta di check-up del mio fisico, o una procedura del genere. Hanno preso diversi campioni di sperma da me. Inoltre mi hanno impiantato apparecchi di cui ignoro lo scopo e l’origine nel mio cervello e nel mio corpo. Di solito c’è sempre una sorta di comunicazione, nel corso dell’abduction. Mi sono state mostrate scene apocalittiche di distruzione della Terra, e i risultati del nostro inquinare e depredare il pianeta: alluvioni, incendi, disastri di ogni genere. Penso che mi mostrassero quelle scene perché rappresentavano il risultato del nostro interferire con l’ordine naturale del pianeta. Una tematica ricorrente nelle mie esperienze di abduction.
Parlaci ancora della parte iniziale dell’esperienza di abduction: quella sensazione di paralisi….

Bene, penso che la maniera migliore di spiegarlo sia quella di raccontarvi una mia esperienza recente. Stavo tornando a casa una sera. Vidi una strana luce sopra un palazzo, che sparì dietro i tetti. Rammento che mentre scendevo dal palazzo, divenni molto spaventato e paranoico, sentendomi come se da un momento all’altro qualcuno o qualcosa stesse per saltare fuori da un cespuglio e aggredirmi o ferirmi in qualche modo. Quando mi trovai a soli tre o quattro metri dal portone di casa, da dietro delle piccole siepi che la costeggiavano, vidi sbucare tre o quattro piccoli esseri che si posizionarono proprio di fronte a me, in modo che potessi vederli. La mia prima reazione fu di confusione. Non sapevo cosa stavo guardando. Forse, qualche strano tipo di animali, forse gatti senza pelle. Non riuscivo a figurarmi di cosa si trattasse. Ma quando realizzai che non erano nulla di umano, il panico mi pervase, così intensamente da impedirmi di respirare o di muovermi. Non saprei dire se la paralisi che provai fosse provocata da loro mentalmente o se fu solo causata dalla mia paura, fatto sta che non mi potevo muovere. Ma è normale che i primi momenti di esperienze simile generino una confusione iniziale, quindi shock, paura e terrore. Poi una calma olimpica scende su di te. Diventi molto calmo. E provi la sensazione di riconoscerli. Rammentai di averli già visti in precedenza, e tutta la paura venne spazzata via.
Hai mai avuto un’esperienza in cui hai tentato di lottare o urlare? E se sì, come avvenne?

Sì, due volte. Venni prelevato dal mio letto una notte. Mi portarono fuori di casa. Questi esseri avevano letteralmente la capacità di attraversare muri, porte, oggetti solidi. Non so se grazie a qualche tipo di apparecchio o cos’altro, ma possono attraversare gli oggetti. E quando attraversammo il muro posteriore della mia casa, riguadagnai momentaneamente il mio normale stato di coscienza, e iniziai a combatterli con tutta la forza che avevo. Ero in uno stato di puro terrore e panico. Gli urlavo contro: “Questo è reale! Voialtri siete veri! Tutto questo sta accadendo davvero!” E uno dei piccoli esseri che vi ho descritto prima, quelli con la pelle blu, tirò fuori quella che sembrava una specie di antenna chiusa di un’automobile, e con essa mi toccò la fronte. Ne uscì una luce accecante. Il mio intero corpo divenne flaccido e molle, e divenni completamente incapace di reagire. Ma per quei pochi istanti ero lucidissimo e lottai. Erano davvero molto forti. Non riuscii a scappare, né riuscii a fargli male in alcun modo. Poi tirarono fuori questa specie di “pungolo da bestiame” per umani, che era un giocattolino davvero pratico.
Allora è probabile che tu sia stato coinvolto in esperienze che avevano a che fare con esperimenti genetici. Ne sei stato parte?
Sì. In diverse occasioni ricordo che mi ritrovai soggetto a delle procedure che riguardavano il prelievo di seme. Ero su di un tavolo operatorio, immobilizzato. Venivo indotto all’erezione, anche se dovete tenere a mente che non c’era passione sessuale o sentimenti collegati al fatto: era una procedura molto fredda. Rammento che mi sentivo molto rigido e dolorante nella zona inguinale. Essi avevano un apparecchio a forma di cono attaccato alla parete tramite un lungo tubo flessibile (lo stesso descritto da Strieber, visibile nel film Communion, N.d.R.). Lo piazzarono sui miei genitali. Sperimentai una sensazione di pizzicore elettrico, e poi l’orgasmo. Il seme veniva raccolto da quell’apparecchio. Gli alieni di solito esprimevano il loro compiacimento per il risultato: erano euforici. Dopo un’ora di procedure mediche, venni guidato in un’altra stanza attraverso una serie di corridoi. Appena entrato nella stanza, mi apparve completamente spoglia. Era rettangolare, e tutto, dalle pareti al soffitto, era in metallo. Niente sui muri. Poi le pareti si sollevarono verso il soffitto, rivelando file su file su file di contenitori. Non so se erano fatti di vetro, plexiglass o plastica, ma erano comunque recipienti, pieni di un liquido verde chiaro e luminoso, e ognuno conteneva, attaccato con fili e altro, un piccolo ibrido. Erano in sospensione là dentro, e per un secondo pensai che fossero solo dei “modelli”, senza vita. Invece venni inondato telepaticamente dalla presenza delle loro menti e delle loro intelligenze. Intendo dire che ero cosciente di essere in presenza di una intelligenza superiore, là. Ed essi erano coscienti della mia presenza, sapevano che ero là. Ma a guardarli, veniva da pensare che erano morti, sembravano dei modellini infilati in giare. Ci dovevano essere dieci o quindici file una sull’altra. E gli scaffali su cui stavano i recipienti erano profondi, entravano nel muro per un bel pezzo. Quindi là ci dovevano essere centinaia di quegli esseri. A quel punto, dalla parte opposta della stanza, sei di quelle creature aliene giunsero con un carrello. Tre di loro portavano dei bambini ibridi, due ognuno. Una creatura ne portava uno, e me lo mostrò. Me lo porse, chiedendomi se lo volevo prendere. Era molto piccolo, forse 25 centimetri, e sembrava molto fragile. Potevo tenerlo nelle mani chiuse a coppa. Avevo paura che mi cadesse. E a quel punto mi venne detto che questi sette esserini – che erano femmine, benché non vedessi genitali di sorta – erano la mia progenie.
Come te lo dissero?

Mi diedero quella creaturina e mi fu detto che quella che stavo tenendo nelle mani, e le altre sei in braccio a quelle “bambinaie”, erano mie.
Come fecero gli alieni a comunicartelo?

Sentii tutto nella mia mente. Essi comunicano telepaticamente. Ti trasmettono il pensiero, e tu lo senti nella tua testa. Quello che sentii allora nella mia mente e che ricordai in regressione ipnotica, è una specie di sussurro molto leggero e un po’ raschiante. Le loro voci sembrano bisbigli nella tua mente.
Ci puoi fare un esempio? Un esempio?

(ride) Certo! Sai, c’è sempre qualcuno che ti rassicura e ti calma. E quello che tu senti sussurrato da una voce delicata è: “Stai bene, nessuno ti farà del male, questo non ti farà male”. Sai, frasi rassicuranti di questo genere.
Cosa hai provato nel sapere che si trattava di esseri creati con il tuo seme, che li avevi generati tu?

Piansi. Ero terribilmente sconvolto. E lo sono ancora. Gli dissi: “Come possono essere mie? Esse (Velez non usa mai il termine “figlie”, N.d.R.) non sono umane! Non sembrano umane!” ed io ero terribilmente sconvolto perché sapevo che le avrebbero portate via da me, lontano. Non si trattava di una progenie che avrei potuto crescere, proteggere, tenere. Non avrei saputo come farlo, a ogni modo. Ma il senso di perdita era enorme.

C’è un disaccordo tra i ricercatori, come dovresti sapere, sui veri propositi di queste visite. Tu cosa pensi, perché gli alieni sono qui?
Beh, la mia è solo una congettura. Penso che nessuno lo sappia per certo, con l’eccezione degli alieni stessi e forse del vecchio Zio Sam (il Governo USA, N.d.R.), ma quelli non parlano. Personalmente penso che queste creature siano sempre state qui. Penso che il loro ruolo basilarmente sia sempre stato quello di prendersi cura di noi, una sorta di guardiani. Credo che la loro razza sia incapace di riprodursi da sola, e che abbiano vissuto una relazione simbiotica con la razza umana attraverso i secoli. Hanno bisogno di noi per riprodursi. Credo che gli ibridi siano proprio questo: solo altri di loro. Non ho l’autorità per dire se provengono da un altro pianeta o no – forse in origine – e quale sia il loro proposito ultimo. Certo, tutto questo potrebbe essere il preambolo di un’invasione, per quello che so. Ma la mia personale sensazione è che essi sono preoccupati per lo stato “fisico” del mondo. La Terra è in un guaio serio. E credo che siano anche terribilmente preoccupati per le nostre tendenze suicide, come razza. Quello che stanno facendo? Sai, noi ci stiamo dirigendo verso l’oblio senza preoccuparcene minimamente. E credo che loro siano stati forzati dagli eventi ad interagire.

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