martedì 22 ottobre 2013

Riflessioni sull'Esoterismo. Qliphoth


 

di Daniele Mansuino


E’ destino, purtroppo, che la progressiva presa di coscienza dell’umanità delle proprie capacità di trasformare la materia generi caos : malgrado le facilitazioni introdotte nella vita materiale dell’uomo dai frutti del suo ingegno, al mutare dei suoi modelli di vita corrisponde anche un progressivo aumento di ogni sorta di squilibrio.
In questo momento storico, la coscienza collettiva è particolarmente sensibile agli squilibri ecologici (come, qualche decennio prima, ai pericoli generati dalle nuove tecnologie militari) ; ma si tratta, potremmo dire, soltanto della punta di un iceberg antichissimo e colossale - la radice dello squilibrio si generò infatti migliaia di anni fa, quando il genere umano intraprese il cammino dell’evoluzione.
Non affermo ciò perché io creda che ci sia nel nostro evolverci qualcosa di male ; ma come illustra bene Gurdjieff, la via della consapevolezza umana è contro la natura e contro Dio, in quanto il progetto originario del nostro Universo non prevedeva alcuna forma di partecipazione attiva dell’Uomo. Qualunque scoperta o azione umana volta a emanciparci aggiunge un piccolo tassello al progressivo apprendimento della nostra funzione demiurgica - un compito, quello di creare, che nel nostro Universo dovrebbe essere riservato a Dio.
Parentesi : non mi riferisco al Dio delle religioni - il quale, come noteremo più avanti, è nel percorso dell’umanità un’invenzione piuttosto tardiva - bensì al quid che sta all’origine del processo di manifestazione universale ; o se vogliamo fare a meno anche di quello, mi riferisco al processo di manifestazione stesso.
Quello che voglio dire è che il grande caleidoscopio dal quale riceviamo incessantemente immagini e sensazioni non è governato da noi - il che non contraddice, sia chiaro, all’affermazione (metafisicamente rispettabilissima) che possa essere dentro di noi ; ma comunque la si voglia rigirare, è solo da pochissimo tempo che il genere umano ha cominciato a curiosare nei suoi meccanismi, e a interferire sempre meno timidamente col suo funzionamento.
Quando il nostro processo di appropriazione del caleidoscopio sarà giunto alla fine (per dirla in modo teatrale : quando avremo bevuto fino in fondo l’amaro calice della conoscenza), la nostra funzione sarà di creare un nuovo Universo.
Di tale funzione gli esseri umani più avanzati nel campo dell’esoterismo sono già consapevoli, e lavorano - nelle file dell’organizzazione esoterica che domina il mondo - per accelerarne il compimento.

Invece gli esoteristi tradizionali pensano di poter contrapporre all’idea di una sostanziale continuità dell’evoluzione umana - dalla conquista della posizione eretta da parte dei primi umanoidi fino all’Uomo-demiurgo che darà il la alla prossima creazione - una storia spezzata in due : il percorso umano sarebbe segnato da una prima fase condotta in armonia con l’Assoluto (così per esempio, secondo loro, era ancora nella società medievale) e da una fase successiva caotica e negativa, che avrebbe avuto origine col progresso.
Per quanto io lo critichi, ho sempre avuto molta simpatia verso questo punto di vista, volto a tutelare il diritto dell’umanità a svolgere un ruolo attivo nell’ambito del creato tramite la legittimazione di almeno una parte dei suoi atti, quelli svolti in conformità con le regole tradizionali. In virtù di questo espediente, la fonte del caos non risiederebbe nell’attività umana in sé stessa, ma solo nell’insorgere di certe particolari condizioni.
Non mancano in verità, nella storia (specie se considerata in modo superficiale) vicende che in apparenza testimoniano in favore del loro punto di vista. E’ vero, per esempio, che nel percorso dell’umanità un’epocale accelerazione del progresso avvenne poco più di trecento anni or sono, con la rivoluzione industriale - basti pensare che, nei (probabili) centottanta milioni di anni della sua precedente esistenza, l’umanità era passata faticosamente dal procedere a quattro zampe all’andare a cavallo, e nel brevissimo arco di quei successivi trecento anni passò in quattro e quattr’otto dall’andare a cavallo ai viaggi spaziali.
Possiamo quindi ben capire che qualcuno abbia trovato questa svolta un po’ troppo traumatica ; ma abbiamo gli elementi per poterla considerare una soluzione di continuità ?
Direi di no. Se per esempio andiamo indietro di tremila anni, scopriamo che era stata preparata da un’altra svolta : il passaggio dell’umanità dal nomadismo al sedentarismo. La scoperta dell’agricoltura, il sorgere delle prime città, lo sviluppo del pensiero lineare avevano rappresentato un’accelerazione di portata paragonabile a quella determinata dal sorgere dell’industria, e modifiche altrettanto importanti nella nostra struttura mentale.
Fu allora che nacque la parola scritta, da cui la capacità umana di padroneggiare concetti astratti : ebbe origine in tal modo - tra le altre - l’idea di Dio, che prima non esisteva affatto, e di lì le religioni tradizionali.
Insomma, in poche parole, anche gli antenati degli esoteristi tradizionalidi oggi, tremila anni fa, hanno fatto la rivoluzione ; però ai loro discendenti non è piaciuta la rivoluzione che è venuta dopo.
Ma se il cammello è tuo quando c’è il sole, è tuo anche quando piove : perché la prima non dovrebbe rappresentare una soluzione di continuità nel percorso umano, e la seconda sì ?
In realtà, credo proprio che dobbiamo rassegnarci - è tutta l’evoluzione umana a essere contro la natura e contro Dio : troppo comodo dire che è contro Dio soltanto quel pezzettino che non ci piace. E’ tutta contro Dio fino al punto che dietro a tutte le rivoluzioni, grandi e piccole (non solo le due che ho citato) è facilmente riscontrabile la mano della stessa organizzazione esoterica : quella che ha come obbiettivo finale la sostituzione dell’Uomo a Dio.
In termini sciamanici, i rituali magici da essa utilizzati a questo scopo possono essere definiti non-fare ; ne ho parlato in vari articoli, p. es.
Il kula ring.
E’ ora il momento di chiarire che è possibile ricondurre tutti i non-fare alle categorie della magia qlipotica ; ovvero quella particolare forma magica fondata sull’uso delle Dieci Qliphoth.
Si tratta di una forma magica particolare, derivata dalla qabbalah ebraica ; questo però non significa che tutti i membri dell’organizzazionesiano Ebrei (anche se alcuni lo sono), né che la sua attività possa essere ricollegata ad alcuna forma di complotto ebraico.
Ancora : il fatto che tutti i non-fare dell’organizzazione possano essere ricondotti alla magia qlipotica non vuol dire che tutti siano stati concepiti, formulati e praticati così - molti probabilmente furono di gran lunga anteriori al momento storico in cui questo particolare corpo magico prese forma. Possiamo essere certi che la magia qlipotica fu usata direttamente in un solo caso - al quale sto per accennare, quando per suo tramite vennero gettate le basi del mondo moderno.
Ma anche gli altri rituali utilizzati precedentemente dall’organizzazione si prestano a essere tradotti (e all’occorrenza riprodotti) nel medesimo linguaggio : perché, come stiamo per vedere, la magia qlipotica era stata espressamente elaborata per scandire le fasi della progressiva divinizzazione dell’Uomo.
Come ho già spiegato in altri articoli, nella qabbalah c’è l’Albero Sephirotico, che descrive il fenomeno della manifestazione del nostro Universo e può essere percorso a ritroso dall’uomo che aspira a reintegrarsi nell’Assoluto.
L’Albero Qliphotico è il suo contrario : mira a fare dell’Uomo un Assoluto. Gli studi su di esso costituiscono una tradizione perlomeno millenaria, che nel corso della storia, si è diramata in numerose scuole.
Un bell’articolo che ho trovato in rete ne cita addirittura dodici ; provo qui ad accennare i tratti che mi sembrano più notevoli in ciascuna di esse, scusandomi con i lettori se la mia insufficiente conoscenza dellaqabbalah possa essere all’origine di qualche strafalcione.

Scuola zoharica - pone l’accento sul significato delle Qliphoth comeseparazione da Dio ;
Scuola talmudica - le Qliphoth sono i gusci di antichi poteri divini contenenti ancora isolate scintille di conoscenza ;
Scuola lurianica - fu, come è noto, la prima importante scuola qabbalista diffusasi in Occidente (tanto che vari studiosi identificano nell’opera di Luria l’origine della qabbalah, essendo scettici riguardo al fatto che le dottrine a lui precedenti possano essere identificate con lo stesso nome).
Egli parlò delle Qliphoth come di cocci dei vasi (Sephiroth) predisposti da Dio per contenere la Luce della prima Creazione, la quale fallì perché si ruppero per l’immensa potenza della Luce divina ; al secondo tentativo di Dio, i nuovi vasi da lui creati riuscirono invece a contenerla.
Accennò anche alla possibilità di un lavoro di riparazione dei vasi rotti (tikkun) - concetto derivato dall’idea (già presente nel Talmud) che leQliphoth andassero redente, in quanto contenevano ancora una scintilladi Luce divina.
Si trattava, secondo lui, di un lavoro che l’umanità avrebbe dovuto intraprendere sul piano della materia. Per quanto Luria non scendesse troppo nei dettagli, questa prospettiva fu senza dubbio la prima a delineare un collegamento tra il lavoro sulle Qliphoth e l’azione nel sociale.
Scuola sabbataista - raccolse il frutto che i Luriani avevano preparato ; ho parlato più nei dettagli di loro nell’articolo La genesi del mondo moderno.
Nell’ambiente degli studiosi della qabbalah, i Sabbataisti sono poco considerati. Ma Louis De Maistre, autore del magnifico e documentatissimo libro Réné Guénon et le mystere des Superieurs Inconnus, la pensa diversamente.
Furono loro a inviare in occidente un gran numero di missionari - il più noto e importante dei quali fu Jacob Frank (1726-1791), che si insediò a Londra e lavorò sulla Massoneria - con l’esplicito mandato di introdurre nelle forme esoteriche occidentali tecniche operative fondate sull’espansione mentale : questo fu il grande cambiamento, rispetto alle epoche precedenti, introdotto nell’esoterismo europeo a partire dal Settecento.
L’obbiettivo dei Sabbataisti era espandere le menti degli Occidentali affinché divenissero capaci di accogliere sequenze logiche più complesse, al fine di imprimere un forte sviluppo a scienze come la meccanica, la fisica ecc., e avviare così il progresso ; il loro modo di liberare l’energia delle Qliphoth era quello.
Furono queste informazioni, raccolte da Réné Guénon negli ambienti occultisti francesi del primo Novecento, che lo indussero a dare vita all’esoterismo tradizionale. Il suo intento era quello di rifondare un corpusesoterico occidentale avulso dalle tecniche operanti sulla mente (questo è il motivo, per esempio, della sua avversione nei confronti delBuddismo, via fondata interamente sul lavoro mentale).
Rimane da stabilire se il fine di Guénon fosse di riportare indietro il baricentro della storia a prima dei Sabbataisti, o semplicemente di creare un contrappeso alla loro azione ; in questo secondo caso - molto più in armonia col messaggio generale della sua opera, che esclude nettamente la possibilità di invertire il corso del kali-juga - mi sembra indiscutibile che la sua attività abbia sortito l’effetto più di ACCRESCERE l’espansione mentale (mediante l’accensione del dibattito tra esoteristi tradizionali e progressisti) che non il contrario.
Questo è in linea con l’ipotesi (non espressamente formulata da De Maistre, ma in favore della quale egli porta interessanti indizi) che anche Guénon - a dispetto delle sue requisitorie contro l’esoterismo modernista - lavorasse per l’organizzazione esoterica che domina il mondo…
In verità, non è del tutto provato che i Sabbataisti fondassero la loro azione soltanto sul lavoro qlipothico, senza ricorrere anche a quella che è stata definita la Via del Fuoco - ovvero la ritualità magico-qabbalista introdotta, molti secoli prima, da Salomone.
Non è una questione oziosa. Se i rituali sabbataisti erano anche sephirotici/salomonici, questo vorrebbe dire che la genesi del mondo moderno fu il frutto di un non-fare nel quale era coinvolto l’esoterismo ebraico in toto : le implicazioni sarebbero, per esempio, che anche gli studi di Newton sul Tempio di Salomone (che possiamo legittimamente considerare all’origine della Massoneria speculativa) non sarebbero nient’altro che un tassello dello stesso, colossale progetto.
Ma io non credo che sia andata così. La Via del Fuoco, secondo me, non c’entra niente. La genesi del mondo moderno fu frutto semplicemente del lavoro dei Sabbataisti sulle Qliphoth : ovvero di un tipo di lavoro magico particolare, condotto da una piccola organizzazione esoterica (che solo accidentalmente era formata per la maggioranza da Ebrei) delegata a portare avanti gli obbiettivi dell’organizzazione. Non è proprio il caso, quindi, di coinvolgere l’opera dei Sabbataisti in alcuna forma di odiosa speculazione razzista.
Comunque sia, furono senza dubbio loro i primi a fare del lavoro sulleQliphoth il tema dominante della propria operatività, sviluppando riguardo ad esse una ricca metafisica che le identificava via via nelle forze del Vuoto, del Caos e dell’Abisso, nella dissoluzione dell’ego e nella possibilità di ricostituirlo in una forma nuova : non legata a un percorso individuale, bensì al progetto collettivo (cui è chiamata l’intera umanità, Ebrei o gentili non importa) dell’edificazione di un nuovo, e migliore, Universo.
Questi temi giganteggiano oggi nelle visioni moderne dell’esoterismo, e sono ormai enormemente influenti anche in politica e nella teologia cristiana. E’ mancata davvero, finora, un’analisi dell’influenza dei Sabbataisti non fondata su meschine e interessate speculazioni politiche, e credo che sarà compito dell’umanità di questo secolo portarla a termine, probabilmente quando io non ci sarò più.
Scuola chassidica - anche questa scuola del diciottesimo secolo (posteriore quindi tanto ai Luriani quanto ai Sabbataisti), riprende il concetto delle Qliphoth come residui di precedenti creazioni (potremmo quindi in un certo senso definirle energie aliene compenetrate al nostro Universo) ; si occuparono però soprattutto del rapporto tra Sephiroth eQliphoth, ponendo le Qliphoth in rapporto con una situazione di squilibrio della Sephirah Geburah - la quale, come magistralmente spiega il mio amico Alessandro Troisi, essendo contemporaneamente marziale e mediana nella colonna dell’intelletto razionale, porta necessariamente ad un impulso verso il progresso, stimolando l’aspetto demiurgico potenziale nell’uomo.
Scuola sionista - il Sionismo è un’invenzione recente, che secondo alcuni ha poco di spirituale ; ma per quanto in esso la visione politica sia prioritaria, implica pure un attento dibattito riguardo al ruolo della spiritualità ebraica nel mondo contemporaneo. Sto pensando, per esempio, alla prospettiva di Laithman, secondo la quale (se interpreto bene il suo complesso pensiero) Dio crea per soddisfare il desideriodell’Uomo.
In linea di massima, direi che il tratto più originale da loro apportato all’esegesi delle Qliphoth è il partire da esse per spiegare e giustificare l’asprezza del conflitto tra il Bene e il Male : quindi, in sostanza, tutti gli scontri (anche politici) esistenti nel mondo.
Per i Sionisti, alcune parti “erronee” dell’attuale creazione inquinerebbero la capacità di giudizio obbiettivo da parte degli uomini ; per superare questo problema, l’essere umano è chiamato a identificarsi con la visione del Tutto, con la luce interna dell’anima.
Anche solo da queste frettolose note, si può intuire il contrasto tra la loro visione e quella dei Sabbataisti, quest’ultima interamente volta a incrementare l’azione delle Qliphoth sulla materia.
Sono appunto i contrasti di questo genere a rendermi scettico riguardo alla possibilità di un’azione coordinata delle varie componenti dell’esoterismo ebraico al fine di esercitare un’influenza sulla civiltà occidentale.
Su un piano più squisitamente tecnico : i Sabbataisti erano concentrati nell’azione sui gusci - il loro fine era romperli per fare in modo che le energie così liberate potessero agire sulla mente dei gentili qualificati a riceverle (esempio stupido : i fratelli Wright recepiscono nelle loro menti le energie qliphotiche, e inventano l’aeroplano).
La loro ritualità era quindi tutta volta al fine di rompere i gusci, postulando inoltre un vuoto intorno ad essi che andava colmato al fine di poter fare interagire le Qliphoth col mondo - di lì tutta una serie di geniali e raffinatissime pratiche magiche, anni luce superiori a tutto quanto la magia occidentale ha fino ad oggi insegnato.
Niente di tutto ciò nella prospettiva sionista, rivolta semplicemente aliberare la Luce senza nessuna particolare preoccupazione riguardo al suo uso - se non quella di reintegrarla nella creazione, fidando per ciò nell’opera di Dio.
Abbiamo visto finora sei scuole di interpretazione delle Qliphoth, tutte in ambito ebraico ; le altre sei invece si sono sviluppate nell’ambito dell’esoterismo occidentale, e sono le seguenti.
Golden Dawn - l’origine delle Qliphoth viene fatta risalire agli Antichi Re di Edom. Questa finissima interpretazione, ispirata all’esegesi biblica degliantient degrees massonici, è volta allo scopo di trasferire le Qliphoth nel nostro Universo senza negare la possibilità che si tratti di residui di precedenti creazioni. Possiamo considerarla alla base di tutti i successivi connubi tra Qliphoth e Ermetismo portati avanti nel ventesimo secolo, fondati su presupposti ben diversi dalle antiche combinazioni rinascimentali tra Ermetismo e qabbalah luriana.
Qliphoth demoniache - se pure la tendenza ad associare le Qliphoth con i demoni era sempre esistita, questa scuola è la prima a concentrarsi sul temi come la corrispondenza dell’Albero Qliphotico con l’edenico Albero della Vita, l’associazione delle Qliphoth agli Angeli Ribelli (o agli Angeli Caduti) e più in genere a incorporare la conoscenza qliphotica nella Magia Nera occidentale - operazione che sarei tentato di definire fuorviante se pensiamo al campo d’azione ben più ampio che lo studio delle Qliphothpuò offrire, ma che ha propiziato comunque il sorgere di alcune importanti organizzazioni esoteriche oggi assai fortunate.
La prospettiva più corretta per comprendere il collegamento di ogniQeliphah con il suo demone è intendere quest’ultimo come una forza operante in senso contrario alla reintegrazione dell’Uomo nell’unità divina. Nell’analisi delle Qliphoth una per una che conclude questo articolo non ho citato tutti i demoni collegati alle Qliphoth, ma solo quelli che ho trovato particolarmente funzionali alla chiarezza del discorso.
Qliphoth inverse - tentativo di integrazione tra le due visioni precedenti, portato avanti soprattutto in ambito crowleyano. Enfatizza il concetto di reciprocità tra gli Alberi Sephirotico e Qliphotico, con buoni risultati operativi ma notevoli complicazioni teoriche.
Qliphoth squilibrate - la grande qabbalista Dion Fortune riprese la teoria chassidica che lega le Qliphoth a uno squilibrio di Geburah, la Sephirahdel rigore e del freddo intelletto ; radicalizzandola però fino al punto di affermare che in Geburah (da lei chiamata Din) avessero la loro origine.
Questa prospettiva è biasimata per il fatto - agli occhi dei qabbalisti ebrei, davvero blasfemo - che attribuire esplicitamente l’origine delleQliphoth alle Sephiroth equivale a affermare che le Sephiroth contengano un’imperfezione.
Qliphoth notturne - prospettiva moderna per eccellenza, collega leQliphoth al concetto psicoanalitico di repressione. Ha molto pescato dall’insegnamento dei Sabbataisti senza prenderne tuttavia in considerazione il tratto fondamentale, che associa le Qliphoth allacoscienza collettiva.
Qliphoth caotiche - questa visione recupera dai Sabbataisti l’identificazione delle Qliphoth con il modernismo, e colma in parte alle lacune della precedente tendenza guardando alle loro proiezioni nell’inconscio collettivo.
E’ questa, potenzialmente, la direzione giusta per portare il lavoro con leQliphoth al massimo livello di operatività magica, e per questo la Chaos Magick è forse la scuola moderna (o postmoderna) meritevole di essere seguita con più attenzione. Non sembra però che fino ad oggi sia riuscita nel compito di dare origine a un sistema solido, lasciando forse troppo spazio alla creatività dei suoi seguaci anche quando essa si propone in termini di conoscenza mal digerita o incompresa.
Il progetto di proporre un Albero Qliphotico del tutto sganciato dall’Albero Sephirotico è impegnativo e difficile. Possiamo considerarlo il coronamento di molti secoli di lavoro sulle Qliphoth, e la sua inevitabile meta ; è bene quindi che qualcuno si cimenti in tentativi a tale riguardo, ma finora siamo ben lontani dall’esserci riusciti in modo convincente.
Quest’ultima riflessione introduce bene il concetto che, forse, più di tutti è valso finora a tenere lo studio delle Qliphoth ai margini dell’esoterismo ufficiale : ovvero il loro valore di separazione - la loro implicita suggestione di una prospettiva dualista che, a un’analisi superficiale, parrebbe estranea al tema che più sta a cuore agli esoteristi, quello della trasmutazione interiore.
Ma in realtà, bisognerebbe rendersi conto che, pur senza enfatizzare questo aspetto, quasi tutte le scuole trasmutatorie suggeriscono un’analoga separazione, salvo le poche (in genere, vicine all’esoterismo tradizionale) che parlano esplicitamente di annullamento nell’Assoluto.
Per fare un solo esempio : anche una scuola fortemente intricata con il Cristianesimo (e di origine qabbalista-sephirotica perdipiù) come il Martinezismo, parla di reintegrazione dell’Uomo nelle sue facoltà, e non di altro. E’ vero beninteso che - al contrario della via qliphotica - in essa l’Uomo aspira a riconciliarsi con Dio e non a contrastarlo ; ma è altrettanto indiscutibile che la dualità Dio-Uomo non è affatto trascesa, né si insegna come farlo.
In ultima analisi, quindi, la sola reale differenza tra Martinezisti e Qlipothici è il… tipo di combustibile utilizzato per la trasmutazione(potremmo dire che i Martinezisti vanno a benzina e gli Qliphotici a gasolio) ; nonché il fatto che la via qlipothica dichiara apertamente le proprie intenzioni dualiste, mentre tante altre scuole (per non passare guai con le religioni) preferiscono far passare questo aspetto in cavalleria.
Sonnambolica, poi, è la prospettiva di quegli esoteristi che sembrano provare un perverso piacere nell’attribuire alle Qliphoth le qualità più repellenti ; come se diffamandole si potesse in qualche modo scongiurare la progressiva incarnazione dell’Uomo nel mondo della materia, o come a volergli impedire - per una sorta di inconfessabile malignità - che il prometeico cammino da lui intrapreso possa trovare compimento.
Ci sarebbe quindi molto da lavorare sulle corrispondenze delle Qliphothche mi accingo qui di seguito a esporre, per spogliarle definitivamente dal loro alone tenebroso e ricollegarle con maggiore evidenza al cammino evolutivo dell’Uomo.
Ma purtroppo, lo stato dell’arte ora è questo - di più finora non si è fatto, e probabilmente non si poteva fare. Anche il compito di sviluppare sulleQliphoth una teoria degna di questo nome spetterà, forse, ai futuri esoteristi del ventunesimo secolo.
L’approccio corretto da cui partire sta nel tener presente che l’influenza delle Qliphoth sul progresso non è riscontrabile soltanto nei mutamenti storici di grande portata come le due svolte che ho citato, ma anche in eventi relativamente minori : basta che siano in qualche modo collegati all’idea di progresso, e che in essi sia possibile riscontrare il deterioramento o la cancellazione di modelli di vita precedenti.
Ecco per esempio la Qeliphah Samael nelle parole di Carlo Marx, laddove scrive che a un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l’espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l’innanzi si erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un’epoca di rivoluzione sociale.
Esistono varie versioni dei nomi delle Dieci Qliphoth ; per la lista che segue, ho pescato un po’ di qua e un po’ di là.

Ci sono poi altre varianti da una scuola all’altra : per esempio, nell’Albero Qliphotico che ho apposto come illustrazione a questo articolo la numerazione è inversa rispetto a quella da me adottata - si parte da Thaumiel e si arriva a Lilith, e Thaumiel è posta in alto, come a voler postulare che essa sia la fonte di una sorta di emanazione duale.
In verità, se si entra nel gioco delle inversioni - Albero Qlipothico riflesso dell’Albero Sephirotico, Satana scimmia di Dio ecc. - un numero pressoché infinito di combinazioni e di rimbalzi è possibile, e a chi vi si abbandona davvero lo studio delle Qliphoth apre le porta del Caos.


Ma per l’interpretazione che intendo suggerire come prioritaria - ripeto, quella cronologica - si parte da Lilith, e questo è il cammino che seguiremo ora.

1 - Lilith. A livello popolare è nota soprattutto come Luna Nera, e prevale di essa l’interpretazione più limitata, nella quale rappresenta la metà oscura della femminilità (anche se esistono numerosi validi sistemi magici elaborati intorno alla sua figura, un paio anche da parte di esoteristi italiani).
In verità, secondo il mito, Lilith fu la prima moglie di Adamo, e lo avrebbe abbandonato per non essere obbligata a giacere sotto di lui nell’atto sessuale ; fuggì allora nel deserto, e prese dimora nell’anima degli animali selvaggi. Da allora in poi visiterebbe gli uomini nei sogni, seducendoli e ossessionandoli con la sua prepotente bellezza.
Molto vivo è da sempre il dibattito sulle corrispondenze astronomiche del concetto di Luna Nera. Alcuni, citando un altro mito, affermano che si tratta della nostra Luna, creata da Lilith splendente di luce propria, per fare concorrenza al Sole : per questo il Signore l’avrebbe spenta e condannata a riflettere per sempre la luce del Sole.
Per altri (inclusi i… Pink Floyd) è solo metà della Luna, ovvero la sua faccia oscura ; per altri ancora è un piccolo asteroide che esiste effettivamente in orbita intorno alla Terra, del quale sono anche disponibili le effemeridi (nel romanzo di Giulio Verne Intorno alla Luna, il proiettile scagliato dal cannone Columbiad con gli astronauti a bordoviene deviato dalla sua forza gravitazionale, e non riesce per questo motivo a raggiungere la Luna).
C’è infine chi la identifica col Nodo Lunare Sud o Cauda Draconis, che è una delle intersezioni apparenti dell’orbita lunare con quella solare ; e ho citato solo le interpretazioni più diffuse, a testimonianza di quanto profondamente il suo mito appassioni l’umanità.
La simbolica collocazione di Lilith ai tempi di Adamo, ovvero all’origine dell’Uomo, indica chiaramente la possibilità di interpretare l’Albero Qliphotico al percorso dell’umanità in senso cronologico ; non credo anzi di essere lontano dalla verità affermando che questa interpretazione dovrebbe essere prioritaria sulle altre.
Le ragioni per cui questo non avviene, e prevalgono altre forme interpretative - alcune delle quali, nel corso dei secoli, hanno fatto delleQliphoth la base di alcuni importanti cammini della mano sinistra - sono numerose. Su tutte, quella che l’esoterismo purtroppo è anche commercio, e i gradi iniziatici sono un articolo che vende bene (non intendo con questa osservazione, sia chiaro, mettere in dubbio la validità dei cammini cui ho appena accennato, anzi il contrario) ; per questo, la prospettiva che riconduce tutte le possibili interpretazioni a (qualcosa che si può vendere a) l’Uomo come individuo viene sempre ed esasperatamente privilegiata rispetto a ogni altra.
Questo anche nei casi in cui generi contraddizioni un po’ ridicole : come mi sembra appunto il caso del cammino qliphotico, che conduce dichiaratamente l’Uomo dall’unità alla dualità - laddove la dualità può essere palesemente interpretata come simbolo, o sinonimo, dimolteplicità.
Per quanto dunque il discorso Lilith/femminilità oscura sia importante (anche e soprattutto per meditare sulla genesi della separazione), ancora più essenziale ai fini del nostro discorso è l’altra sua funzione : quella dimadre dei demoni.
Ne parleremo soprattutto a proposito della Qeliphah Samael, cercando anche di capire meglio di quali demoni si tratti. Per ora, una buona sintesi del complesso messaggio portato da Lilith potrebbe essere questa : che qualunque modifica apportata dall’umanità alle proprie condizioni di vita è, in ogni caso, generata dal desiderio.

2 - Gamaliel. Come la sua Sephirah corrispondente, Yesod, è il luogo delle forme, che contiene in potenza la manifestazione ; per meglio dire, sta all’origine della riproduzione delle forme, ed è quindi la fonte primigenia del concetto di molteplicità - l’ispiratrice del modello di Universo in cui viviamo, caratterizzato da un costante fenomeno di replicazione delle forme nell’ambito dello spaziotempo.
In Gamaliel siamo partiti e in Gamaliel ci dobbiamo sviluppare ; in Gamaliel prendiamo gradualmente possesso delle nozioni finalizzate a comprendere lo stato dell’essere di cui siamo prigionieri, e senza la conoscenza di Gamaliel non avremmo mai nessuna speranza di evaderne.
In questo senso, di Gamaliel viene detto che fugge da Dio. Questo è l’inevitabile destino di tutta l’umanità. Se avessimo voluto restare fedeli a Dio, non avremmo mai dovuto intraprendere il cammino della materia ; oggi, ormai, è troppo tardi.
Notevole il fatto che a questa Qeliphah sia tradizionalmente delegata la sfera dei sogni : è proprio in sogno infatti che avviene il processo di formazione, sebbene l’Uomo non abbia (ancora) il potere di conferire alle forme da lui create in sogno materialità e durevolezza.
Gamaliel invece ha questo potere, nonché l’autorità di concederlo a quei suoi seguaci che chiama a collaborare per la creazione del Nuovo Universo.
Dà anche la comprensione di tutti i meccanismi istintivi operanti negli esseri umani, e la possibilità di controllarli e rivolgerli al proprio interesse ; la base del procedimento consiste nel tener presente che alla loro radice c’è sempre il desiderio dell’Uomo di affermare il proprio potenziale creativo in contrapposizione a Dio.
Si impara qui che il cadere vittima di tale tendenza (ed essernevampirizzati) o, viceversa, trasformarla in un’istanza vincente dipende interamente dal nostro potenziale energetico/creativo, e dalla nostra possibilità di esplicarlo. Nessuna condizione di disagio cosmico, quale potrebbe essere la nostra subordinazione alla materia e alla carne, può reggere a fronte di un’applicazione consapevole della volontà dell’Uomo.
Per questo, nell’interpretazione cronologica, Gamaliel va associata al sorgere del processo evolutivo umano - se vogliamo, al primo umanoide che si servì di uno strumento per spaccare il guscio di un frutto - e poi al diffondersi dell’umanità sulla superficie della Terra, indomita e sempre vittoriosa, a dispetto di quanto fossero al tempo svantaggiose le sue condizioni di vita.

3 - Samael. E’ il marito di Lilith, che lo incontrò dopo la sua fuga dal giardino dell’Eden ; dal loro matrimonio nacquero tutti i demoni.
Nell’interpretazione più profonda di questa Qeliphah, i demoni in questione possono essere equiparati a quelli che oggi vengono definitimemi : entità autoreplicantesi, generate dall’attività mentale degli esseri umani, che si riproducono balzando da una mente all’altra. Stanno all’origine della cultura, della conoscenza, dello sviluppo, del lavoro creativo e sono al tempo stesso potenti forze di coercizione, che spingono l’umanità a vivere un’esistenza sempre più lontana dall’innocenza primordiale.
Secondo la tradizione, Samael conferisce chiaroveggenza, cinismo e blasfemia, perché il processo di riproduzione memetica non può svolgersi con successo senza l’ausilio dell’intuizione, né al di fuori di una visione disincantata del mondo che smonta e analizza un pezzo alla volta tutti i dogmi e i tabù del sentire comune. Soltanto la capacità di scrollarsi di dosso ogni forma di censura psichica conferisce alla mente il dono di spaziare nei cieli della conoscenza.
Per questo Samael viene detta anche il veleno di Dio ; le illusioni qui vengono avvelenate, e tutte le categorie e tutti i concetti sono decostruiti, finché non ne rimane nulla.
Questo è un profondo insegnamento, definitivamente chiarificatore per chi voglia comprenderlo a fondo, sull’inversione dei poli che è frutto della sostituzione della molteplicità all’unità, o in altri termini dell’Uomo a Dio.
Il polo attivo si ribalta nel polo passivo e viceversa (nella felice terminologia utilizzata da Dante nel Convivio, Maria diventa Lucia) ; si tratta però di un fenomeno progressivo, tanto che l’intera storia dell’umanità è accompagnata da simboli esoterici come l’Androgino, Giano Bifronte, o i Gemelli o i Pesci, che possono tutti essere interpretati sia in senso luminoso che oscuro.
Nel caso di Samael, la riflessione deve partire dal fatto che fu passivo nel farsi sedurre da Lilith, e attivo nel fecondarla - è questo forse l’aspettoandrogino più onnipresente nella storia umana, e - oserei dire - nell’esperienza individuale di tutti i miei lettori.
Il processo di riproduzione memetica corrisponde in termini esoterici allamanifestazione delle forme a livello astrale : la capacità, svelatasi progressivamente all’Uomo nel corso della preistoria, di accogliere e riprodurre nella sua mente idee estranee alla semplicità del mondo della natura, diventando Creatore a sua volta.
Per questo Samael rappresenta la desolazione di Dio : ovvero l’impossibilità di perpetuare indefinitamente nel tempo l’edenica semplicità della creazione.

4 - Arab Zaraq : sul piano storico/collettivo è la fase precedente al passaggio dell’umanità dal nomadismo al sedentarismo, della quale ci sono giunti resoconti in varie sacre scritture, per esempio il Pentateuco.
Fu l’epoca nella quale, per la prima volta (forse anche in conseguenza di una glaciazione), l’umanità dovette fare i conti con i problemi legati al sovrappopolamento e alla riduzione delle risorse - un’epoca di grandibattaglie, per la spartizione di territori sempre più ristretti.
Vide il sorgere del militarismo inteso in senso moderno, con una classe di guerrieri che non erano più volgari predatori, ma consacravano la loro vita alla protezione e alla tutela del proprio popolo : gli eserciti cominciarono a organizzarsi razionalmente secondo i dettami delpensiero lineare, ponendo i presupposti per il sorgere progressivo dell’idea di Stato (che è prima di ogni altra cosa, nell’opinione di Max Weber, il depositario del monopolio legittimo della violenza).
Epoca dunque di tempeste, passioni, saggezza proibita e peccato - su tutte queste sfere Arab Zaraq governa incontrastata. La sua saggezza proibitadeve essere interpretata, in prima istanza, come la nuova scienza volta alla manipolazione della materia, che trovò le sue radici nelle civiltà sedentarie (possiamo quindi collegare l’influsso di Arab Zaraq anche allascienza moderna, e a quanto concerne l’energia nucleare in particolare).
Nella stessa prospettiva va inquadrata anche l’idea di peccato : la scelta consapevole dell’umanità di dover insediare la propria sussistenza futura nel mondo della materia, sacrificando ad essa la serenità interiore dell’Uomo Primordiale.
Come ideale contrappunto a questa realtà di lacerante sofferenza, è anche la Qeliphah della musica e delle arti (del romanticismo in particolare).
La contraddizione, in verità, è solo apparente. Innanzitutto perché le arti umane (nel senso tradizionale del termine arte, includente anche quello che oggi viene definito artigianato) nacquero a grande maggioranza proprio in seguito al passaggio alla vita sedentaria, e quelle che già esistevano prima - come la lavorazione dei metalli, del cuoio ecc. - furono in seguito a questa svolta enormemente sacralizzate (oggi diremmo forseistituzionalizzate) e perfezionate ; poi perché l’arte fu sempre lo schermo su cui l’Uomo proietta la rappresentazione dei più antichi e profondi conflitti che lo tormentano, al fine di esorcizzarli.
L’impatto collettivo più rilevante del passaggio al sedentarismo consistette in un aumento di concentrazione dell’attenzione umana sulpiano della realtà oggettiva ; dei suoi effetti, la successiva Qeliphah - Thagirion - sarà l’emblema.
Per questo, le battaglie cui Arab Zaraq viene collegata sono anche interiori : generate dalla lacerante contrapposizione che dovette prodursi, nella mente dell’Uomo di allora, tra la pace di un’esistenza nomade e contemplativa in armonia con il Creato, e l’impossibilità di continuare a perpetuarla per le sopravvenute difficoltà contingenti.
Il nuovo compito che lo attendeva era quello di fissare definitivamente l’attenzione sul piano della realtà oggettiva, al fine di elaborare nuove strategie per sopravvivere.

5 - Thagirion : è la Qeliphah del piano mentale per eccellenza, in quanto è la sua azione a generare nell’uomo il pensiero duale, trasmettendo ai suoi sensi il più basilare di tutti i dualismi : quello tra piacere e dolore.
Non sarebbe stato possibile influenzare l’Uomo in questo modo, se il suo processo di ancoraggio al piano della realtà oggettiva non fosse stato già avviato dall’azione delle Qliphoth precedenti : è infatti la tendenza, comune a tutti gli esseri umani, di fissare la propria attenzione su quello che definiamo il mondo reale a conferire materialità al nostro corpo, rendendolo capace di provare forti sensazioni (cfr. quanto ho scritto riguardo al punto d’unione, p.es. in L’ipnosi di massa).
Ma una volta che il processo si è messo in moto, l’azione di Thagirion diventa fondamentale nel distogliere l’attenzione dell’umanità dagli stati molteplici dell’essere e convogliarla definitivamente sul piano della realtà oggettiva ; potremmo dire che la sua presenza percorre come un sottilefil rouge l’intera storia, e la sua instancabile capacità di generare nuove contrapposizioni e nuovi dualismi produce ogni giorno nuovi frutti.
Comunque, tutto parte dal dualismo piacere-dolore : da essa ha origine praticamente ogni forma di attività umana - dapprima insita potenzialmente nell’energia liberata in noi da queste forti passioni, poi meglio definita nelle visioni e nei progetti che esse ci suggeriscono, infine esteriorizzata nell’azione.
Il demone associato a Thagirion è Belfagor, il Signore della Morte. Questo perché è proprio la fissazione sul piano della realtà oggettiva che rende l’uomo incapace di trascendere lo spaziotempo, assoggettandolo alla Morte. Da quel momento in poi, non gli rimane altra scelta che andare avanti lungo il percorso che l’organizzazione ha tracciato per lui, ponendo in questo modo le basi per una nuova forma di immortalità - questa volta, su base non divina ma umana.
La parola Thagirion significa disputa, in riferimento a un altro dualismo importante che deriva dall’assoggettamento allo spaziotempo : il senso di contrapposizione da esso generato tra l’individuo e il mondo esterno, percepito come ostile ed estraneo - ovvero una volta di più, volendo esprimere lo stesso concetto in termini mitici, al conflitto tra l’Uomo e Dio.

6 - Golachab : come abbiamo appena visto, la trasmutazione interioredell’Uomo prende sempre le mosse da un senso di insicurezza e disagio, da una viva insoddisfazione di fondo, da una febbre di apprendere per cambiare - tutte realtà simboleggiate in Golachab dal coltissimo demone Asmodeus, l’Uno ornato di fuoco.
Nelle personalità meno propense all’astrazione, la stessa febbre si manifesta nella dipendenza da adrenalina, nelle sete di esperienze forti, inadeguate espressioni della stessa confusa volontà di trascendere i limiti connessi alla condizione umana. L’energia di Golachab è brutale, e talvolta spinge l’uomo a superare le barriere impostegli dal corpo senza nessuna preoccupazione di tutelarne l’integrità e la sicurezza.
E’ forse questa la ragione per cui Golachab è definita la Qeliphah di tutte le Qliphoth (così come da Geburah, la Sephirah ad essa corrispondente, tutte le Sephiroth si sarebbero originate) : perché la sua spinta folle e irrefrenabile raffigura l’impulso di base che guida l’Uomo nel suo processo di divinizzazione, incurante di ogni freno di carattere razionale e di ogni pericolo.
Come per una sorta di inevitabile contrappasso, è legata ai concetti di punizione e di sfortuna : Golachab giganteggia al di sopra di tutte le grandi tragedie che hanno scortato l’umanità nella sua pazza corsa in avanti - le guerre, le stragi irragionevoli, le manifestazioni di follia collettiva. Ma anche in questa manifestazione, la sua morbosa forza attrattiva risulta irresistibile - basti pensare, ad esempio, al fascino sprigionato dalla tragedia del Titanic.
Questo anche perché Golachab, come le due Qliphoth precedenti, appartiene al piano mentale : è una delle principali forze che entrano in gioco nel processo di espansione della mente, e la sua influenza ipnotica sugli umani (senza nessuna barriera interposta dal loro grado di evoluzione individuale : ne cadono preda tutti gli uomini, dai più saggi ai più stolti) è illimitata - come pure quella di quanti hanno imparato a gestire consapevolmente la sua energia.
E’ lecito associare l’influenza di Golachab a tutte le moderne forme di comunicazione, tanto che qualcuno l’ha definita la Qeliphah dei media.

7 - Ghagshebah : in questa Qeliphah si delinea meglio il tipo di approccio che l’umanità moderna riserva al piano della realtà oggettiva - quello di cui ho trattato in varie sedi (cfr. ad esempio Leggi del potere supremo) trattando della dualità potere-manifestazione.
All’antico approccio contemplativo dell’uomo nei confronti della materia - implicante anche la disposizione a studiarne e apprenderne i segreti, per trasformarla - è seguita la fase, legata all’accresciuta influenza dei sensi, che abbiamo appena esaminato in Golachab ; ora, in una terza fase che è, se vogliamo, una sintesi delle precedenti, il controllo dell’Uomo sul piano della materia è qualcosa di dato ormai per scontato, doveroso, dovuto. L’obbiettivo è appropriarsi della materia, controllarla a livello individuale, farle irradiare quella forma di essenza della materia tanto ambita e socialmente necessaria che è il denaro.
Il governo di Ghagshebah sugli esseri umani tramite il denaro è tanto assoluto e totalitario da squalificare a monte - a mio modesto avviso - tutte le prediche dei tradizionalisti : solo la cecità o l’ipocrisia possono far supporre che esistano, nel mondo di oggi, maestri o cammini immuni da questa divorante influenza qlipotica.
Questa fase, in cui la sostanza e il pensiero della manifestazione vanno perduti (in quanto la percezione della realtàviene vissuta ormai soltanto più come percezione del potere), è solo il preludio a una prossima nella quale l’Uomo effettivamente divorerà il piano della realtà oggettiva, presupposto necessario per dare l’avvio alla produzione del Nuovo Universo.
Si dice infatti che Ghagshebah regna su tutte le Qliphoth al di sotto dell’Abisso, perché nulla può essere creato del Nuovo Universo se non la si ha ben compresa. Soltanto la capacità di interiorizzare il rapporto potere-manifestazione è in grado di risvegliare le facoltà demiurgiche latenti nell’Uomo.
Quando l’adepto l’ha ben compresa, l’immagine del potere si impone, sovrastando e sintetizzando l’attività mentale governata dalla precedente dualità piacere-dolore : la schiavitù legata a queste semplici passioni animali è lasciata alle spalle, la percezione si evolve e trasmuta nella possibilità di elaborare quelle che Gurdjieff definì emozioni positive(in varie occasioni ho spiegato il senso in cui deve essere correttamente recepita questa espressione ; comunque, il suo sinonimo che può dar adito a meno equivoci direi che possa essere potere creativo).

8 - Sathariel : come ho già accennato, l’idea di Dio si sviluppò nell’umanità sedentarizzata quando la subordinazione dell’uomo al ciclo delle stagioni portò allo sviluppo dell’idea di tempo lineare.
Di qui il pensiero lineare e la progressiva creazione di linguaggi scritti, nei quali una parola- per il solo fatto di essere tale - viene magicamente investita della capacità di esprimere un concetto ; e dalla nominazionedegli oggetti concreti all’espressione di concetti astratti, il passo fu breve.
Con lo sviluppo della civiltà, la crescente obbligatorietà dei rapporti sociali determinò una proliferazione di concetti astratti spropositata : l’umanità necessitava infatti di un numero sempre maggiore di regole socialmente condivise, e la produzione di astrazioni mentali sempre più complesse era il solo mezzo possibile per determinarle e definirle.
L’espansione mentale aumentava di pari passo al numero di astrazioni che la mente dell’Uomo era costretta a far proprie ; e quanto più si trattava di nozioni condivise, tanto più veniva a determinarsi una sorta di amalgama tra le menti, che assorbiva una parte via via sempre maggiore della consapevolezza individuale.
In questo modo, un mondo intermedio generato dall’espansione mentale venne progressivamente a inframmezzarsi tra l’umanità e la percezione diretta della realtà ; bisognò attendere Marx e Labriola perché tale fenomeno venisse codificato sotto il nome di coscienza collettiva.
Il predominio della coscienza collettiva equivale all’affermazione e al trionfo della meccanicità, nel senso attribuito da Gurdjieff a questa parola (di qui la correttezza della visione che collega tradizionalmente l’influsso di Sathariel a Saturno e alla Luna).
Nell’articolo Leggi del potere supremo, ho accennato a come lameccanicità gurdjieffiana possa essere interpretata, in ambito sciamanico, alla stregua di una particolare forma di consapevolezza ; vorrei aggiungere qui che è la forma di consapevolezza espressamente creata dall’organizzazione per creare l’amalgama destinato a dare origine al Nuovo Universo.
Sul piano storico, Sathariel deve essere collegata alla rivoluzione industriale e all’urbanesimo. Fu proprio allora che l’intervento dei Sabbataisti impresse al processo di espansione mentale la spinta definitiva, e la coscienza collettiva poté completare il sorpasso sulle precedenti concezioni naturaliste della realtà (davvero rivelatoria, a questo proposito, è la leggenda per cui Sathariel sarebbe la casa dove Lilith visse da ragazza).
Il guscio di Sathariel è stato definito peloso, forse proprio per evidenziare la natura del rapporto di mediazione della coscienza collettiva tra umanità e realtà : è un vello, una pelliccia (ogni pelo creato dai nostri pensieri) che adempie a una funzione protettiva e socialmente utile, ma nel contempo di occultamento - per questo, forse, il demone collegato a Sathariel è Lucifuge, Quello che fugge la Luce.

9 - Ghagiel : è il luogo dove Dio aveva raccolto le energie profuse nella creazione. Ma l’eggregore della meccanicità ha ormai raggiunto dimensioni tanto sconfinate da dominare il mondo ; è dato ora alla coscienza collettiva dell’umanità di andare a occupare quel luogo, venendo a impersonare in questo modo la forza attiva nel ternario dellamanifestazione.
Ghagiel corrisponde tradizionalmente a Satana (che, per essere precisi, ne viene considerato un attributo). Il nome del Satana in Ghagiel è Baal-Zebub o Belzebù, il Signore delle mosche.
Le mosche in questione sono gli esseri umani magneticamente attratti dalla forza di Ghagiel. In Ghagiel vengono a rifornirsi dell’energia che scaricheranno nel sociale in termini di iniziative (grandi e piccole) volti alla modernizzazione, al progresso etico e culturale, allo sviluppo tecnologico ; in altre parole, alla graduale espansione e omologazionedella coscienza collettiva.
Siamo ormai solo a un passo dalla creazione del Nuovo Universo. Le stesse mosche spilluzzicano anche, poco a poco, ciò che resta del vecchio mondo, per favorirne la dissoluzione.
L’azione ispirata da Ghagiel è dunque la più attiva nell’ambito dell’organizzazione, e questo è il motivo per anche questa Qeliphah è collegata a simboli fallici e a riti di magia sessuale. Notevole è il fatto che, nelle versioni moderne dei riti di Ghagiel, l’erezione venga talvolta rimpiazzata dall’innalzamento del braccio destro teso (tanto il saluto romano fascista che il saluto nazista ne rappresentarono riuscite forme di volgarizzazione), o - altrove - dal sollevamento di una wand(bacchetta magica) che simboleggia l’innalzamento dell’Asse del Nuovo Universo.

10 - Thaumiel : il tema della creazione del Nuovo Universo dall’amalgama della meccanicità non potrebbe prescindere da un esposizione del non-fare, o meglio del rituale qlipotico, che l’organizzazione ha progettato per questo scopo (la cui messa in opera è peraltro ancora abbastanza lontana, essendo ben lungi dall’essere esaurite le operazioni preliminari).
Ma si tratta di un tema che non può essere esaurito nel breve spazio concesso da un articolo, e del quale - d’altra parte - una divulgazione parziale potrebbe creare solo danni e confusione.
Ne parleremo dunque in un’altra occasione. Per adesso, mi sembra una buona scelta lasciare la parola - per l’analisi conclusiva di questo modesto lavoro - a un’organizzazione qabbalista moderna, che in un suo documento propone per Thaumiel le seguenti corrispondenze :

Il centro assoluto ; l’Occhio del Drago ; il Trono di Lucifero.
Angeli che cercarono di diventare più potenti di Dio mediante l’aggiunta di un Aleph al loro nome.
La corteccia o la forma esterna di Thaumiel è chiamata Cathariel, Rottura : Luce Timorosa di Dio, perché ormai diversa e lontana da Lui.
Il significato di Thaumiel è i Gemelli, o gli Dei gemelli : Satana e Moloch.
Corrispondono agli opposti uguali e contrari, e alla Dualità intrinseca all’Unità.
Come Giano, i due Principi Diavoli guardano in due direzioni diverse : uno volge lo sguardo verso ciò che è stato, verso la creazione contro cui il mago si è ribellato e da cui ora si sta emancipando ; l’altro guarda verso il futuro, ovvero verso i mondi che il mago - ora dio - potrà creare.
Satana è il nemico, colui che si ribella contro la creazione ; Moloch è il Re o Signore, colui che crea nuovi mondi e comanda ad essi.
In Thaumiel si riuniscono in questo modo i due principi, del Re e del Ribelle.
Satana distrugge l’Universo A, nel quale l’Uomo è una creazione ; Moloch apre l’Universo B, dove l’Uomo è Creatore.

Daniele Mansuino

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